Cultura

Ricordati di svegliarti: un libro che parla al cuore e alla mente delle persone

Gabriele Losappio
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"Ricordati di svegliarti" - intervista a Nunzia Catalano e Andrea Colasuonno
La tragica storia di un incidente e di un coma senza fine raccontata da una madre che non perde la speranza e da un giornalista che vuol rendere onore alla sofferenza
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Lo stesso giorno in cui tre ragazzi perdono la vita a causa di un terribile incidente ci siamo trovati a intervistare gli autori di un libro in cui si parla di un coma lungo 18 anni, iniziato proprio dallo stesso dolore. Quasi uno scherzo del destino ha voluto che incontrassimo Nunzia Catalano e Andrea Colasuonno, le cui quattro mani unite hanno dato alla luce “Ricordati di svegliarti:Diario di lotta e di attesa”

In questo libro si racconta di una storia tanto vera quanto tragica: quella di Emanuele, figlio di Nunzia, che a seguito di un gravissimo incidente stradale avvenuto il 16 novembre 2001 si trova in stato di coma vegetativo, sospeso tra la vita e la morte.

In questo vuoto immenso c’è una madre che lotta e che non si abbatte, aspettando quotidianamente il risveglio del figlio. Ci sono però anche tanti ostacoli, tra cavilli giudiziari, la perdita del padre e un dolore che non conosce fine. Andrea racconta la vicenda nelle vesti di giornalista, ma dietro la semplice narrazione dei fatti c’è una difficoltà emotiva e un bisogno di rendere onore a una storia unica ma sofferente.

La scelta di trasformare il libro in un diario di bordo nasce da una vicenda che accomuna Nunzia a suo figlio, quella di una madre che decide di annotare in un diario tutto ciò che accade dall’ingresso dello stato di coma in poi con la certezza di poter raccontare tutto a suo figlio quando questi si sarà svegliato.

Nonostante la delusione di un ritorno alla vita che ancora non c’è è la speranza a dare un senso a tutto, la stessa che troviamo nelle pagine di questo libro da leggere con la mente, ma soprattutto col cuore.

Sono forti le parole usate da Nunzia durante l’intervista, dietro occhi apparentemente di ghiaccio che però nascondono la sofferenza di chi vive da anni una tragedia che non conosce pace. Si ricorda del giorno del parto e ci dice che per lei è come se avesse partorito Emanuele per una seconda volta, con l’amore di una madre che aumenta ogni giorno che passa nonostante le avversità.

La vicenda si lega inevitabilmente al dibattito sull’eutanasia, opzione alla quale Nunzia spera di non arrivare, almeno fino a quando non vedrà la sofferenza e la stanchezza negli occhi di suo figlio.

Da qui anche una riflessione sulla “cura del paziente” che secondo la sua esperienza incontra limiti insormontabili nelle cliniche italiane. Lo stesso non è avvenuto in paesi come Austria e Svizzera, dove c’è un’attenzione alla persona molto più forte e dove “Ninnì” aveva mostrato i suoi progressi migliori.

Andrea ha accettato di partecipare alla scrittura e stesura del libro con un doppio fine: sociale, per divulgare tutte le conoscenze acquisite da Nunzia durante il percorso, con la speranza di dar forza a tante altre persone che come lei si trovano in questa situazione; letterario ed esistenziale, per rendere onore a una storia drammatica e reale.

Da qui la necessità di fare sintesi e trovare una parola che disegnasse questa inesplorata terra di mezzo: alditrà, una sospensione tra la vita e la morte di cui si sa ancora fin troppo poco.

Anche ad Andrea abbiamo chiesto la sua idea riguardo il tema del fine vita e ha affermato come non possa esistere un’unica verità in merito. Ogni individuo, in questi casi, è messo di fronte a una scelta di coscienza e gli altri non possono sostituirla. Chiude l’intervento citando le parole di sua nonna “un conto è parlar di morte, un altro è morire”.

Infine ci ha rivolto un messaggio di speranza, alla sua prima esperienza da scrittore di un libro: il desiderio di aprire un dibattito partendo da questa storia. Se tante azioni venissero riconsiderate si potrebbe far meglio e si potrebbero rendere molte vite più dignitose.

A conclusione dell’intervista il momento più toccante ce l’ha regalato proprio Nunzia, con una frase che racchiude tutto l’amore che una madre può dare alla sua creatura: “se solo potessi darei la vita per mio figlio e lo farei immediatamente”. Parole in cui si cela tutto il significato di un sentimento che supera i confini dell’immaginazione.

Link per acquistare il libro: https://www.amazon.it/Ricordati-svegliarti-Diario-lotta-attesa/dp/8867769537</a>; è possibile ordinarlo anche nelle librerie della zona.

Oppure contattare il numero 3387779893

venerdì 17 Luglio 2020

(modifica il 2 Agosto 2022, 13:14)

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