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La “secessione dei ricchi”

La Redazione
Caldarone: «Possibile che le nostre istituzioni, tanto brave di questi tempi a urlare per pericoli immaginari, non prendano posizione e non alzano la voce per questo scempio della sovranità dell'Italia?»
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Negli scorsi giorni, ci siamo già soffermati sulle reazioni indignate alle esternazioni del ministro Bussetti sulle scuole del Sud: anche Vincenzo Caldarone, ex Sindaco di Andria, ritorna a parlare dell’argomento, paventando una “secessione dei ricchi” e invitando le nostre istituzioni ad alzare la voce contro queste divisioni.

«Il ministro della pubblica istruzione del Nord – scrive Caldarone – dovrebbe istruirsi un po’ sui meccanismi della “secessione dei ricchi”, invece di insultare. In questi giorni di pericolo vediamo quali sono alcuni dei processi con cui avviene lo svuotamento delle Regioni più deboli economicamente:

  1. La autonomia Regionale causa la attribuzione di risorse fiscali pagate dal Sud ad imprese e regioni più ricche. Lo stesso avviene per la grande distribuzione e il commercio on line;
  2. Formare un nostro universitario costa alle famiglie almeno 250-300.000 euro, alla faccia del diritto allo studio. Quando i nostri ragazzi vanno via, noi finanziamo le regioni ricche, senza parlare della dolorosa sottrazione di capitale umano;
  3. Il mercato agricolo è comandato dalla finanza: in condizioni di debolezza il prodotto agricolo ha un prezzo imposto dalla convenienze di aree forti togliendo valore e remunerazione alle nostre terre;
  4. Energie rinnovabili: una risorsa del Sud ma la maggior parte degli impianti (e degli incentivi) sono proprietà di investitori e gruppi finanziari; al Sud è rimasta la manutenzione e il fitto dei terreni, pari circa al 1-2% degli investimenti.

Questi esempi sono chiarissimi: i meccanismi coloniali per i quali si estrae valore, risorse e speranza da una terra sono tanti e non sempre visibili. Un tal ministro della istruzione (non della sua istruzione) pensa invece che i trasferimenti statali siano un regalo di beneficenza alle scuole del Sud. In perfetto stile e ideologia leghista e separatista. Bisogna spiegargli che i trasferimenti sono una piccola parte di quanto viene portato via.

Ma fa anche rabbia pensare che molti di questi meccanismi avvengono grazie alla debolezza e alla divisione (economica, di categoria, istituzionale) delle nostre genti: un colonialismo senza eserciti.

Così come la sciagura della neo-autonomia (leggi separazione) regionale sconta molti, troppi silenzi per convenienza elettorale, che diventano anche complicità. Centinaia di parlamentari eletti a furor di popolo che eseguono ordini e basta. Possibile che le nostre istituzioni, tanto brave di questi tempi a urlare per pericoli immaginari, non prendano posizione e non alzano la voce per questo scempio della sovranità dell’Italia? Sono così importanti le rincorse a future candidature?

Invitiamo il presidente del consiglio comunale a convocare l’organo di rappresentanza della città per levare la voce e assumere iniziative con altre istituzioni per fermare la secessione dei ricchi. Perché la forma peggiore di servitù è quella che avviene con il consenso e la felicità di alcuni degli oppressi».

sabato 16 Febbraio 2019

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Riccardo  Nanni
Riccardo Nanni
5 anni fa

Il signore che ho il piacere di non conoscere in pratica disconosce la Costituzione .La legga anche senza studiarla e troverà che non si parla di secessione la una roba molto più debole. Per ciò che riguarda la scuola omette di scrivere che gli insegnanti voglio restare tutti nel loro paese a differenza di tutti gli altri statali che vengono mandati ove servono (dai Carabinieri ai ferrovieri e altri).Quando poi vanno a nord spesso spariscono per malattia ecc ecc

Pietro Ferrara
Pietro Ferrara
5 anni fa

Al dott. Caldarone sfugge di elencare un altro fondamentale processo di impoverimento dei territori meridionali ad appannaggio di quelli del Nord: “IL RISPARMIO” del popolo meridionale gestito non più dalle ormai inesistenti banche meridionali depredate da banche del Nord (vedi caso Banco di Napoli, vedi Banca Popolare Andriese, ecc.) con l'ausilio dell'ex governatore Bankit prendendo, all'epoca, a pretesto le “sofferenze” del sud più elevate che al nord.
E valga il vero! La sola “sofferenza” di oltre € 14 miliardi della “Parmalat” (azienda del Nord ) dell'epoca valse una manovra finanziaria nazionale.
L'argomento richiede una profonda e seria analisi da poter contrapporre a coloro che ritengono quello meridionale un popolo di scrocconi.