Politica

Marmo e Giorgino: accuse, repliche e controrepliche

La Redazione
Intanto, oggi, scaduti i 20 giorni per l'approvazione del bilancio, si attende che il segretario generale comunichi al Prefetto il voto contrario del consiglio e attivi le procedure per il commissariamento
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Ieri mattina si teneva la conferenza stampa dei “traditori” di centrodestra che hanno fatto cadere Giorgino. Nino Marmo, Antonio Nespoli, Gennaro Lorusso, Saverio Fucci, Micaela Davanzo, Marcello Fisfola, seduti attorno ad un tavolo, hanno argomentato la loro decisione di non approvare il bilancio e quindi staccare la spina ad un’amministrazione ritenuta «superficiale, facilona e incompetente». Un fallimento amministrativo e finanziario a detta degli stessi.

«L’arroganza di questo piccolo Borghese – ha commentato Nino Marmo riferendosi all’oramai ex Sindaco Giorgino – ci ha procurato un ulteriore elemento di vergogna quando su Andria è partita una richiesta da parte della procura della Corte dei Conti. L’eredità di questa amministrazione si concretizza con anni di duri sacrifici: un debito di 46milioni di euro di residui da ammortizzare in 30 anni (un milione e mezzo all’anno); 34 milioni di euro da ripianare in 15 anni (cifra, quest’ultima, su cui è stato calibrato il piano di rientro o meglio detto “predissesto”)».

In soldoni, un debito di 80 milioni di euro che graverà sui cittadini chissà per quanti anni, effettivamente.

Non si è fatta desiderare la replica alle dichiarazioni di Nino Marmo di Nicola Giorgino, che dalla sua pagina Facebook scrive: «Ho assistito alle volgari ed insulse offese rivoltemi stamane da Nino Marmo con i suoi, pochi, accoliti uniti solo da un unico scopo: tradire il mandato dei cittadini! Se essere un piccolo borghese per Marmo è una offesa allora io sono felice di essere offeso perché, da borghese, ho sempre lavorato nella mia vita ed a differenza tua, caro Marmo, non vivo sulle spalle dei cittadini andriesi e pugliesi da 30 anni. La gente sa chi è Nicola Giorgino e conosce la mia famiglia. Come la gente conosce Nino Marmo e sa bene di quali sconquassi è stato artefice in tanti ambiti. Sulle questioni puramente amministrative Marmo ha recitato la parte dello smemorato e dell’alice nel paese delle meraviglie, pur avendo sempre avuto suoi uomini e sue donne in posti di comando. E senza dimenticare che Marmo ha sempre evitato di ricoprire ruoli di responsabilità: facile giudicare gli eventi in questo modo percependo anche indennità mensili di oltre 10mila euro dal 1995 per un totale di più di 3 milioni di euro. Gli enti locali sono stati tutti vittime di tagli e di modifiche delle norme che ne hanno minato la stabilità economica. Nonostante questo nessuno può negare i profondi cambiamenti positivi avvenuti dal 2010 nella nostra città. Detto ciò il popolo è sempre sovrano e la storia darà il suo giudizio su tutto. E tu caro Marmo, che devi sempre ringraziare chi ti consente con il proprio consenso di essere consigliere regionale, se vuoi rigenerare il centro-destra dovresti avere il coraggio di farti da parte. Non voglio però più annoiare la gente con queste diatribe. Basta ora, andiamo avanti!»

Alla stessa ha poi controreplicato Nino Marmo che, sempre tramite i social, ha commentato: «Caro ex sindaco, premesso che non ho mai percepito un euro dal comune di Andria, non provo alcuna vergogna per la mia lunga militanza politica e se ancora oggi ricevo, forse generosamente, il consenso di una parte dell’elettorato probabilmente è perché ho sempre operato, o almeno ci ho provato, nell’esclusivo interesse della mia comunità di riferimento.

Ho amministrato con onore, per sei anni, da assessore regionale, prima alla formazione e poi all’agricoltura, con impegni pesantissimi, percependo quello che la legge assegnava a chiunque avesse ricoperto tale incarico: nulla ho sottratto alle tasche dei cittadini. Tu, invece, tuo malgrado, le mani in quelle tasche ce le stai mettendo, avendo condotto la città ad un dissesto finanziario senza precedenti.

Sono sempre stato eletto “per mano” degli elettori e non capisco di cosa possa lamentarti Tu che pure nel 2005 provasti a candidarti alla Regione ricavandone una sonora bocciatura.
Tentasti, nel 2008, di essere eletto alla Camera dei Deputati nella lista bloccata dell’UDC … ma anche in quella circostanza il riscontro delle urne fu negativo.
Ho energicamente “accompagnato” la Tua candidatura a sindaco di Andria, vincendo alcune legittime resistenze dell’epoca, ma questo purtroppo é il risultato.

Ti occupi delle mie indennità, Tu, proprio Tu, che hai rincorso ed assommato avidamente cariche su cariche: non ti bastava quella di sindaco, eri un talento sprecato in questa piccola città! E adesso … adesso provi a salire sul cavallo piazzato della Lega, perché in politica hai sempre prediletto le scorciatoie.

Non ho mai richiesto il sostegno economico di alcuno, in nessuna circostanza. Non ho mai subito il fascino di imprenditori pronti a sostenermi a … futura memoria. Tutt’altro, ho sempre cercato di muovermi nella massima trasparenza e nel rispetto del mandato elettorale conferitomi.

Nutro profondo rispetto per la borghesia operosa e per i lavoratori che hanno ricostruito l’Italia; i falsi borghesi invece, quelli di più alto lignaggio, hanno spesso seminato invidia e odio, proprio come oggi stai facendo Tu a piene mani.

C’è modo e modo di lasciare la scena e Tu, credimi, hai scelto la maniera peggiore. Perché le argomentazioni basse e volgari che hai usato nei miei confronti e nei confronti del mio gruppo danno all’intera cittadinanza l’esatta misura umana, prima ancora che politica, della Tua persona.

Certo ti sei affrettato a rassicurare tutti che il tuo impegno politico non è esaurito. Ne prendiamo atto e ce ne faremo una ragione. Ognuno per la sua strada, certo, purchè cali definitivamente e silenziosamente il sipario su questa infelice rappresentazione.

Domani è un altro giorno. Per Andria. Per fortuna».

Accuse al vetriolo, repliche e controrepliche che alimentano il fuoco di polemiche interne ad un centrodestra ormai diviso in due e che non ha nessuna speranza di ricompattarsi, almeno per il momento. Ieri l’ultima uscita ufficiale ed istituzionale per Giorgino Sindaco in occasione dell’inaugurazione del Museo Diocesano “San Riccardo”. Oggi, intanto, il segretario generale del Comune di Andria, scaduto il termine dei 20 giorni per l’eventuale approvazione del bilancio, deve comunicare al Prefetto il voto contrario del consiglio comunale e far attivare dunque la procedura che porterà alla nomina di un commissario ad Acta che decreterà lo scioglimento ufficiale del consiglio comunale; si passerà poi all’approvazione del bilancio e quindi all’insediamento del commissario prefettizio e dei sub commissari che guideranno il nostro Comune fino alle prossime elezioni amministrative del 2020.

Andria, dunque, è ufficiale: viene commissariata. Andria, una città che ha necessità, ora più che mai, di una forte ripresa economica, culturale, sociale e soprattutto politica.

mercoledì 24 Aprile 2019

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Giovanni Alicino
Giovanni Alicino
5 anni fa

A noi cittadini delle vostre beghe non ce ne frega un granché. Sappiamo solo che ci avete portato al dissesto con conseguenze sui cittadini. Siete colpevoli tutti. I cittadini aspettano con fervore l'aumento della tari, le multe che con accanimento si stanno facendo, l'aumento delle strisce blu x i parcheggi manca poco che saranno a pagamento anche le strisce x attraversamento pedonale e non parliamo delle strade urbane in quale situazione sono a discapito delle auto,bici,ciclomotori e moto. Vergognatevi!

Andria 4.0
Andria 4.0
5 anni fa

Dopo aver letto le reciproche accuse mi chiedo vuoi vedere che la colpa di questa drammatica situazione politica ed economia è la nostra. Infatti è così loro non c’entrano nulla, siamo noi cittadini che avremmo dovuto accorgerci di chi stava gestendo il nostro comune e di chi con il suo silenzio condivideva l’amministrazione sciagurata sino ad oggi condotta. Caro Marmo il tempo è scaduto e hai deciso tardivamente di abbandonare una nave ormai alla deriva. Nave sul cui ponte di comando sedevi anche tu. Per te Giorgino che dire il tuo delirio di onnipotenza ti ha accecato e dal ponte di comando non sei riuscito a vedere il macigno che avevamo dinnanzi. Un sincero grazie da noi tutti.