Politica

Accertamenti tributi, Caldarone: «24milioni di euro fanno spavento»

la redazione
Il referente di Andria Bene Comune: «Scegliere una politica fiscale locale che abbassi le aliquote e le renda effettive, non con le entrate sostenute solo da chi paga spontaneamente»
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Sugli avvisi di accertamento dei vari tributi locali è intervenuto l’ex Sindaco Caldarone, rappresentante di Andria Bene Comune, che, dopo un’analisi dei fatti che hanno portato a detti accertamenti, ha avanzato delle proposte di politica tributaria: «24milioni di euro di accertamenti tributari comunali fanno spavento. Vediamo perché: non sono tutti, ce ne saranno altri; sono ingiusti e basati su informazioni vecchie e inesatte, permettono ai furbetti veri di nascondersi dietro i contribuenti arrabbiati; sono soldi per la maggior parte già spesi: se qualcuno continua a chiedersi come è stato fatto il buco nel comune eccone un motivo principale; senza una politica tributaria, gestione seria del contenzioso, capacità di accertamento è tutto inutile, anche gli appalti esterni. Questi sembrano miracoli e invece scaricano di nuovo sul governo comunale la responsabilità e la rabbia degli utenti per bene.

Sulla stampa e sui social assistiamo alla inutile guerriglia “politica” sulle responsabilità passate (che si sono gravi e tutte) ma anche al vuoto di progetto futuro.

Vediamo come fare invece, praticamente e politicamente: riformare subito le informazioni di base: ormai tra blockchain intelligenza artificiale e GPS si può fare tutto in poco tempo e avere mappe aggiornate efficaci e giuste; scegliere una politica fiscale locale che abbassi le aliquote (si, le abbassi) e le renda effettive, non con le entrate sostenute solo da chi paga spontaneamente; riformare regolamenti e politica tributaria locale, procedure e database, rafforzare la organizzazione tributaria specie nelle funzioni intelligenti, rivedendo anche i metodi dell’accertamento con adesione e regole serie sulla mediazione tributaria; una consulta tecnica e sociale non guasterebbe; risolvere il passato con una grande operazione di amicizia fiscale, ovvero utilizzando la mediazione e trovando sistemi trasparenti per fare subito liquidità per il comune e accordarsi sul futuro.

Si può fare, si deve fare. La nostra rete civica popolare nasce per questo, governare e partecipare, trovare le soluzioni in trasparenza e rilanciare lo sviluppo e la comunità: presenteremo proposte di dettaglio nei prossimi giorni e stringeremo alleanze con chi si mostra in grado di mettere avanti le soluzioni invece che gli interessi di appartenenza.

Capisco le doglianze di chi è stato alla opposizione, ma devono anche loro capire che elencare gli interventi fatti in consiglio comunale non basta, non serve, non convince nessuno. In questi anni quanti caf, associazioni consumatori, reti di professionisti, o organizzazioni di categoria sono state coinvolte in azioni effettive? Cosa è successo per saldare i nella città reale, essendo ormai chiare le relazioni tra entrate comunali e sviluppo, lavoro e dignità?

Rete civica popolare significa proprio fare questo. Non una delega a qualcuno che si è visto come finisce, ma rete di partecipazione, controllo, di comunità. Non è facile, e non sarà solo uno slogan, ma si può fare, si deve fare».

lunedì 6 Gennaio 2020

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