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La mediocrità è l’aborto della professionalità, a proposito di migrazioni da Andria

Vincenzo D'Avanzo
Anche da Andria partono i migliori impoverendo la nostra classe dirigente e, soprattutto, frantumando il tradizionale concetto di famiglia
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Caro Vincenzo (Caldarone), le parole sono facili, i gesti sono difficili. Ho letto con attenzione il tuo scritto e sono andato a rileggermi il documento proclamato la sera di quella che doveva essere una manifestazione silenziosa. La intuizione del Vescovo e degli organismi cattolici fu geniale e dettata da tanta passione per la città. Poi si inserirono altre adesioni più o meno interessate e il tutto, nonostante la partecipazione straordinaria, non ebbe l’effetto sperato: fermare la “società dell’odio” (espressione usata dallo stesso Vescovo in un convegno presso la casa di accoglienza) che si sta sviluppando in città come nel resto dell’Italia e in tante parti del mondo. La logica, mi insegnarono in filosofia, ha regole precise e inderogabili: prima gli italiani, prima gli andriesi, prima noi, prima io. E l’individualismo è servito.

Avevo deciso di non commentare quella manifestazione (la marcia della legalità ndr), anche quando sulla chat privata mi è arrivato questo messaggio: “Prof. c’era ieri, ha sentito la riflessione finale? Mi piacerebbe ascoltare un suo parere, non ci conosciamo ma con lei mi sento tranquilla nel dire la mia….: Tutte parole al vento, è stata una buona lettura con voce caduca che dopo un po’ non l’ascolti più. Avrei preferito ascoltare una testimonianza vera! Qualche lettera, anche anonima, di persone in carcere o nel carcere della vita, rese succubi dal sistema delinquenza e depravazione. Siamo bravi a scrivere slogan, ma di mettere in discussione noi…. no, questo costa caro! Quante volte per convenzione non aiutiamo: anzi scegliamo e aderiamo a stili di vita che alimentano quel sistema. Neanche una parola di conforto alle sofferenze di tante famiglie, o per attirare l‘attenzione di mamme, mogli, figli, consapevoli e non, che si trovano ad affrontare tali brutture. Solo da loro il dolore può partorire il bene, incoraggiare al cambiamento. Il dolore se accolto spesso è redentivo”.

Anche a me, che avevo seguito la manifestazione tramite le riprese di Sabino Liso, aveva dato la stessa impressione, la lettura invece evidenziava una profondità di concetti ben strutturati, che potevano però riguardare una città qualsiasi, con il risvolto negativo che era dato dalla sensazione che si stesse etichettando la città nel riflesso negativo di qualche gesto criminoso. Andria ha mille problemi, ma le tante associazioni religiose e laiche, i tanti organismi di volontariato o culturali, i tanti gesti di solidarietà testimoniano una società fondamentalmente sana a cui manca una guida o meglio un progetto di sviluppo economico e sociale e quindi etico. E sono al tuo ragionamento.

I vescovi africani da tempo si oppongono allo spopolamento dell’Africa anche perché a partire sono le forze migliori (laureati, diplomati ecc.) che impoveriscono quel territorio. Anche per questo i nostri soloni dicono: aiutiamoli a casa loro, che sarebbe la risposta più efficace alla complessità dei loro problemi. Né l’Onu, né la Cee, né le grandi potenze economiche sono riusciti ad essere operativi in questa direzione: il piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale nacque in poche settimane e l’Europa distrutta dalla guerra rinacque più forte di prima.

La tua analisi sulla città è esatta e non poteva essere diversamente data la tua competenza sui numeri. Anche da Andria partono i migliori impoverendo la nostra classe dirigente e, soprattutto, frantumando il tradizionale concetto di famiglia, dove i figli lasciano i genitori, i quali, per vederli, sono in continua migrazione anche loro. Eppure fermare questa migrazione non è facile proprio perché è venuta meno nel tempo una idea di sviluppo. Sento in questi tempi una serie di movimenti per la formazione di tante liste o la individuazione di tanti candidati per la carica di sindaco. Inutile stimolare i migliori professionisti a impegnarsi, scoraggiati da tanta impreparazione e avventurismo per dare l’assalto al comune. Nessuno parla di progetti, di una idea di sviluppo aderente alle risorse economiche e all’ansia di crescita. Manca la direzione, caro Vincenzo, e se chi ne ha la capacità, la passione e la preparazione non si impegna la decadenza sarà inevitabile. Anche la criminalità si può combattere (meglio in silenzio e senza spettacolarità) con qualche prospettiva di vincere se tutti gli sforzi sono indirizzati nella stessa direzione. Tu ricordi con quanta severità si selezionava la classe dirigente e quanto impegno i partiti ponevano nella preparazione dei programmi ad ogni scadenza elettorale. Condivisibili o meno ma tutti avevano in mente un progetto che poi guidava l’azione amministrativa. Dobbiamo recuperare questa capacità progettuale, coinvolgendo tutte le forze sane della città. A un professionista che aveva fatto parte della giunta tecnica e che annunciava il suo disimpegno dalla politica mi sono permesso di suggerire un capovolgimento del ragionamento. La mediocrità è l’aborto della professionalità.

Ecco, caro Vincenzo, i più sacrificati dal cosiddetto reddito di cittadinanza sono proprio le forze più preparate che magari restano invischiati nel complesso meccanismo umiliante messo in piedi. Non è strano che gli ultimi a raggiungere una autonomia dalla famiglia (se ci riescono) sono proprio quelli che hanno studiato? I quali a volte riescono a trovare lavoro fuori Andria ma aspettano che i genitori li aiutino a mantenersi. Un amico mi disse un giorno che la figlia aveva trovato lavoro in Svizzera. Mi complimentai con lui ma poi seppi che lavorava in pizzeria, lei architetto. Come si vede è il dramma del lavoro per tutti. Anche gli immigrati scrivono a casa dicendo di aver trovato lavoro in Italia, ma poi non vogliono tornare a casa perché non sanno raccontare come si possa raccogliere i pomodori a due euro il cassone. Anche noi abbiamo diplomati e laureati che si fanno mandare in quartieri lontani dalle loro abitazioni a distribuire volantini pubblicitari per pochi spiccioli. Dobbiamo tornare a investire in lavori pubblici perché solo così si crea lavoro e quindi ricchezza.

Andria non merita la fama che le si vuole cucire addosso, ma gli andriesi devono svegliarsi e soprattutto lo deve fare quella che una volta si chiamava classe dirigente.

martedì 9 Luglio 2019

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Joe
Joe
4 anni fa

Buongiorno, vorrei rivolgere una domanda non polemica. Perché Andria è la città/provincia con i redditi più bassi d'Italia? Per colpa degli immigrati che abbassano il costo del lavoro? O per colpa degli imprenditori nostrani col braccino corto quando devono dare ma lungo quando devono prendere? O è colpa della politica? Spiegatemelo per favore.

vincenzo caldarone
vincenzo caldarone
4 anni fa

non vorrei aver dato la impressione di fare il “tecnico” e di rivolgermi ai professionisti. Non è certo quello che volevo, Anzi , ritengo che il buco maggiore sia stato prodotto nella coscienza e nella comunità , non solo nella finanza comunale. Una amministrazione non può da sola invertire il declino, spetta al territorio e alla società civile. Ma deve indicare la rotta, rappresentare e difendere la comunità, avviare politiche e attività, insomma una DIREZIONE. Le attività che indico nell'articolo sono in corso, non sono solo parole, Ma l'attivismo individuale non basta,. Bisogna “sporcarsi le mani” con la Direzione. per questo dicevo rimbocchiamoci le maniche

sabino cannone
sabino cannone
4 anni fa

Dott. D'Avanzo insieme al dott. Caldarone siete stati sindaci di questa città e i risultativi sono stati dalla vostra.Il suo discorso accorato è sentito da ogni genitore di vedere realizzato il futuro del proprio figlio/a. La speranza del futuro è stato rubato ai ns giovani da una classe politica questuante. Lei e il dott. Caldarone dovreste riunire le forze sane di Andria, iniziando dalla gente comune. La risposta shakesperiana sta: Costituzione o Trattati europei?! Quando Lei parla di investimenti pubblici, sono d'accordissimo, ma c'è un guardiano che le blocca il PSC patto di stabilità e crescita che il dott. Caldarone vorrebbe snobbare. Nel PSC c'è la clausola del blocco degli investimenti per i paesi con disavanzi eccessivi c.d. braccio coercitivo.